Lettera aperta alla pubblicità per ricordarle uno dei suoi padri - Tom McElligott - più silenziosi.

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Cara pubblicità,
quello che si legge in giro ci ha abituato a pensare che, per buona parte del novecento, ci si occupasse di te solo a Madison Avenue. Che il resto del mondo stesse semplicemente a guardare New York. Che tutti i pubblicitari fossero dei creativi fuori dagli schemi, dei cosiddetti Mad Men. Ma noi sappiamo che – come spesso accade – si tralasciano, o perlomeno trascurano, alcune parti importanti che ti hanno resa bella e grande.
Ricordi? Era il 1971 e a Minneapolis (decisamente lontano dalla Grande Mela) Ron Anderson, un art director navigato e già vincitore di diversi premi, decise di dar fiducia a un ventisettenne dall’aria goffa e senza nessuna significativa esperienza alle spalle. Quel giovane era Tom McElligott, uno tra più grandi copywriter che hanno segnato la tua storia.

Proprio alla Bozell & Jacobs di Minneapolis e grazie alla supervisione e al talento di Ron Anderson, McElligott mise a punto il suo stile pulito e irriverente, alzando il livello qualitativo della tua scena locale. I due vinsero insieme molti premi e gettarono le basi per quella che, nel giro di poco, fu definita come la “Scuola del Minnesota”.

Qualche anno dopo McElligott, insieme a Nancy Rice e Pat Fallon, fondò la Fallon McElligott Rice, con la quale riuscì a ritagliarsi un ruolo di spicco in campo internazionale, lavorando con clienti di prestigio come la rivista Rolling Stones, la Chiesa Evangelica e il whisky Jim Beam.

È quella pubblicità che le agenzie di solito esitano a presentare per proteggere il loro budget. È quel tipo di pubblicità che fa sudare leggermente il palmo delle mani, che ti rende un po’ nervoso. Ecco, questa è l’unica pubblicità che vale la pena di produrre.

Nonostante la celebre timidezza, i suoi lavori, caustici e irriverenti, spiazzavano il pubblico di quel periodo, sempre più abituato a riconoscere i tuoi meccanismi più comuni. Tom riuscì a cogliere perfettamente i desideri e le preoccupazioni dell’uomo medio. Ti faceva parlare in modo originale e disarmante, così superava il rumore di fondo, andando oltre il già detto ed entrando di forza nella mente dei consumatori.

Preferirei di gran lunga sopravvalutare l’intelligenza del consumatore piuttosto che sottovalutarla.

Sul finire degli anni 80, per alcune discordanze interne, disse addio alla sua agenzia, con l’annuncio ormai parte della tua storia: “Se non ora, quando?”. Pochi anni dopo entrò nell’Advertising Hall of fame e, nel 1993, abbandonò definitivamente il tuo mondo. A differenza di molti suoi noti colleghi, McElligott non lasciò nessuno scritto relativo alla sua professione e, ad oggi è ancora difficile trovare informazioni che lo riguardino. Una tendenza coerente con la sua convinzione che a parlare per un creativo debba essere soltanto il suo lavoro. Nulla di più.

Non farti distrarre da niente. È il lavoro che conta.

Ricordi alcuni dei suoi grandi lavori? Semmai volessi rivederli qualche volta li trovi qui, raccolti con tanta cura da Dave Dye.

Tom McElligott ha segnato una tua epoca. Dal freddo Minnesota, fuori dai circoli “che contano”, è riuscito a rivoluzionarti, lasciando un’eredità immortale ai copywriter di oggi e di domani. E per questo non possiamo fare altro che ringraziarlo. Non lo credi anche tu?

Anche noi facciamo di tutto per prenderci cura di te!

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