Lettera alla censura

#Censura #Giustificata #Ingiustificata #Pubblicità #Giudicate 

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Cara censura,

è difficile farsi un’opinione precisa su di te. Di storia ne hai tanta e tanta ne hai anche cancellata. Ogni Paese ti usa come crede, a volte come più fa comodo. Sei diventata anche oppressione e repressione, con lo scopo di richiamare al “giudizio”, limitando la divulgazione di opinioni e idee che destabilizzassero l’ordine sociale, politico e morale. Un potere regolatore supremo; e non serve scorrere tutto il tuo CV per saperlo. La Santa Inquisizione e le dittature ci hanno offerto un considerevole esempio di come tu possa essere uno strumento di gestione del pensiero pubblico.

Ma certo, non sei mica solo questo! Abbiamo bisogno di te, soprattutto quando una libertà inganna, manipola e lede le altre libertà. Sei legge e come tale definisci regole per il bene comune. E chi definisce il bene comune? Ecco quanto controversa puoi essere. Ma, dopotutto, sei sempre figlia del tempo, della cultura, dei governi e delle idee strettamente legate a tante epoche e mentalità diverse. E questo, a volte, non è chiaro a molti. Pensiamo anche solo alla proposta di censurare Grease, il famoso musical, perché oggi viene considerato sessista, razzista e omofobo.

C’è da dire che in pubblicità, grazie allo IAP – Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria – spesso ci hai protetto e liberato da messaggi fuorvianti, falsi, scorretti, irrispettosi e da tanto cattivo gusto. Un assaggio?

Partiamo da poltronesofà che da “artigiani della qualità”, è diventato “autentica qualità” poiché l’utilizzo della parola artigiano è stato giudicato ingannevole, facendo intendere che l’azienda producesse i mobili che vende. Parole che sono costate care e multate sia dall’ente francese che da quello italiano. Le altre che vedrai si commentano da sole.

Ma nel tuo calderone finiscono anche quelle pubblicità che mostrano punti di vista diversi e “altre verità” – per alcuni – un po’ scomode. Emblematica fu il bacio Oliviero Toscani per Benetton, ad esempio.

E quelle creatività che, secondo qualcuno, superano qualche limite.

Ma c’è anche chi recentemente ti ha usato per far parlare di sé, come Control, facendo intendere che qualche ente di censura avesse “bloccato” l’affissione realizzata per la festa della mamma che, in realtà, non è mai stata sottoposta allo IAP.

E poi ci siamo anche noi. Eh sì, un po’ di tempo fa ci hai bloccato una campagna di sensibilizzazione per incentivare le adesioni per lo screening del tumore al colon retto.

Scrivi a info@esclama.net per saperne di più su questo progetto.

Rispettiamo l’opinione di tutti ma, cara censura, a volte ci fai cadere proprio le p***.

Eccoti qui il Link per scaricare la nostra